venerdì 21 marzo 2014

Urbanisation and globalisation


Come saranno le città di domani 


Il fenomeno a cui stiamo assistendo da qualche tempo a questa parte appare sempre più simile a una rivoluzione industriale rovesciata.
Sulle città, nelle periferie anonime costellate di centri commerciali, tra gli incroci delle grandi vie di comunicazione (autostrade, ferrovie, aeroporti), ma anche nei centri storici degradati, convergono ampie masse di migranti. Non solo provenienti dalle nazioni vicine o da quelle in via di sviluppo, ma anche dall’interno dello stesso paese: lasciano le campagne, i villaggi, i piccoli centri abitati dove non c’è più lavoro e cercano rifugio nelle grandi città, nella speranza di incontrare nuove occasioni per ricominciare.

© Carlo Bordoni

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domenica 2 marzo 2014

Il pescatore di perle su Radio RAI 1

Da Arlecchino a Batman: come cambia il Carnevale

Domenica 2 marzo 2014 nella trasmissione Il pescatore di perle su RAI RADIO 1, condotta da Carlo Albertazzi, si è parlato del Carnevale con Carlo Bordoni, Ferruccio Soleri e il sindaco di Viareggio, Leonardo Betti
Il Carnevale, festa popolare che accomunava tutte le classi sociali e rappresentava una sorta di liberazione dalle costrizioni, nella modernità ha perduto quel carattere di eccezionalità che aveva anticamente, perché il divertimento è diffuso per tutto l'anno. In tempi più vicini a noi si è "privatizzato", venendo meno la sua connotazione popolare, vissuta in comune, che rompeva e talvolta rovesciava le gerarchie sociali, irridendo il potere ed eleggendo un re e una regina "per burla" durante il periodo della festa. Oggi la satira rientra nella pratica quotidiana ed è diffusa dai media: muove al sorriso, ma fa riflettere.
Anche la maschera si è liberata del suo significato oscuro e, nell'ambito del Carnevale, ha perduto il suo carattere fobico, per assumerne uno scherzoso: spesso canzonatoria, ironica, allusiva, allegorica. Come nei carri del Carnevale, che si definiscono appunto allegorici, perché significano un'altra cosa, sottintendono un senso critico attraverso le scenografie in cartapesta.
La maschera è ambigua, è l'emblema del doppio, serve a travisare, ingannare, nascondere. Ma anche a rivelare un carattere o un'emozione che non sarebbero evidenti. Lévi-Strauss, il grande antropologo francese, affermava che le maschere "hanno, nello stesso tempo, la funzione di mascherare e di smascherare".
(Antropologia strutturale, 1958)
© Carlo Bordoni

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