lunedì 26 dicembre 2016

Come cambiano i riti delle feste

Natale via Skype: nuovi riti per vincere la solitudine

La convivialità virtuale è l'ultima novità per le feste. Non intorno al focolare o davanti alla TV, il pranzo di Natale è davanti allo schermo del computer, collegati via Skype. Perché il mutamento sociale che ha frantumato la famiglia tradizionale e ha precipitato molti in una solitudine  insopportabile e angosciante all'approssimarsi delle feste, ha portato anche alla rivoluzione dei riti sociali. Ecco allora che le famiglie si riuniscono per un pranzo delocalizzato, seduti di qua e di là dallo schermo, davanti alla tavola imbandita per un solo commensale. Un po' meno soli, un po' più liberi, in un pranzo ipermoderno che si alleggerisce del superfluo, dall'eccesso consumistico all'obbligo di sopportazione della parentela. Nuovi riti per rinnovare un'antica tradizione.

Via focolare  tv. Il pranzo di Natale è intorno a Skype è pubblicato su la Lettura #265, Il Corriere della Sera 24 dicembre 2016

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lunedì 21 novembre 2016

Immaginare il futuro

La società di domani vista dagli intellettuali di oggi

In libreria Immaginare il futuro, il volume edito da Mimesis che fotografa il presente: una fotografia in prospettiva che parte dallo stato di crisi per guardare lontano.
"Come immagini la società di domani?" a questa domanda rispondono gli intellettuali del nostro tempo, perché, come scrive Ilya Prigogine, "l'utopia del futuro costruisce il presente".
La difficoltà di soffermarsi a riflettere sul futuro del mondo in cui viviamo tradisce il timore di guardare avanti, oltre i limiti fisici e mentali del nostro orizzonte. Perfettamente in linea con lo spirito odierno, permeato d'incertezze, che spinge ad aggrapparsi al presente di cui si conoscono almeno i contorni e le problematiche. 

Per chi si chiede come sarà la società del futuro, questo testo offre ventiquattro imperdibili risposte.



Carlo Bordoni - Marc Augé - Zygmunt Bauman - Remo Bodei - Edoardo Boncinelli - Valerio Castronovo - Vanni Codeluppi - Domenico De Masi - Donatella Di Cesare  - Agnes Heller - Giuseppe O. Longo - Michel Maffesoli - Patrizia Magli - Paolo M. Mariano  - Michel Meyer - Edgar Morin - Helga Nowotny - Alberto Oliverio - Telmo Pievani  - Stefano Rodotà - Alessandro Scarsella - Denise Schmandt-Besserat - Wolfgang Streeck - Keith Tester - Silvia Vegetti Finzi
Chi scruta il futuro vede grigio di Antonio Carioti su Il Corriere della sera del 21/11/2016

domenica 25 settembre 2016

In stato di utopia

Maffesoli a Venezia


Cinquecento anni dopo l'isola che non c'è di Thomas More, siamo ritornati a chiederci se sia ancora possibile l'utopia. Non luogo per eccellenza, e quindi impossibile da trovare, questo concetto continua a interessare e a popolare l'immaginario collettivo, adattandosi però ai mutamenti della società.
L'utopia segue l'andamento sociale e si fa liquida, diventando un "ammortizzatore " dell'incertezza.
Sull'utopia e distopia, sulle utopie indesiderabili e l'utopia interstiziale, si è tenuta la giornata di studi “In stato di utopia” con Michel Maffesoli, Mauro Pala e Carlo Bordoni, organizzata da Alessandro Scarsella del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Oggi su la Lettura un dialogo con il sociologo francese Michel Maffesoli, professore emerito alla Sorbonne-Sciences Humaines di Parigi e titolare della cattedra “Émile Durkheim”, che spiega come sia cambiata l'utopia tra moderno e postmoderno, teorizzando una definizione di "utopia interstiziale".

Modernità addio, è l'era del silenzio è pubblicato su laLettura #252, Il Corriere della sera del 25/09/2016

domenica 11 settembre 2016

Il tema della fuga su laLettura #250

Fuga dentro una bolla

La bolla ambientale applicata alla sociologia del turismo, teorizzata da Daniel J. Boorstin, ha assunto nel tempo forme diverse: per gli inglese del Grand Tour erano libri, bauli di vestiti e accessori, scatole di tè e, soprattutto, abitudini da ricreare nei luoghi visitati. Una sorta di colonizzazione soft che permetteva di riprodurre ovunque il proprio ambiente rassicurante. Poi è stata la nave da crociera, che porta in luoghi sconosciuti e nuovi, ma permette di salire e scendere per immergersi e ritrarsi dall'alterità del mondo circostante: a bordo si parla la lingua del turista, si servono cibi conosciuti, si ascolta musica, si mettono in scena spettacoli, si offre un mondo noto dove sentirsi a casa, un pezzetto di familiarità con tocchi di esotismo.
Per il post-turista lo smartphone permette di restare in costante contatto con la propria realtà circoscritta, pur essendo fisicamente altrove. Un legame con la casa-madre, una versione più attuale di bolla ambientale,da tenere in tasca e in cui trovare rifugio. La tecnologia consente di non staccare mai, di non sentirsi soli e mantenere il contatto con il proprio mondo di riferimento.

Questo velo impalpabile diventa una pratica difesa anche al di là della sociologia del turismo,  molto adatta a preservare l'individuo de-socializzato, isolato e confuso da una realtà mutevole, che non offre certezze, ma richiede un'autodifesa. Se una volta la bolla ambientale poteva essere vista come un escamotage negativo, oggi è invece una risorsa. Ora che i progetti sono a breve termine e gli ideali relagati nell'ambito delle utopie dismesse, uno spazio confortante aiuta a sottrarsi al morso dell'incertezza, mette al riparo le sicurezze individuali in attesa che l'interregnum passi.

Su la Lettura#250 l'elogio della fuga, 4 pagine sulla voglia di scomparire con i contributi di Adriano Favole, Nicola Campogrande, Pierre Zaoui, Carlo Bordoni 
La bolla ambientale. La teoria di Boorstin, le sfere di Sloterdijk è pubblicato su la Lettura #250, Il Corriere della Sera 11 settembre 2016

lunedì 25 aprile 2016

Il valore delle istituzioni e l'insicurezza

Arnold Gehlen
e le origini dell'insicurezza
Il filoso tedesco anticipa "antropologicamente" il rischio di una crescente incertezza esistenziale che mezzo secolo più tardi la sociologia avrebbe indicato come la caratteristica più evidente del nostro tempo (Bauman, Touraine, Beck). L'incertezza attuale deriva in gran parte dalla perdita di fiducia nelle istituzioni, proprio quelle istituzioni che per Gehlen erano entità autonome che regolavano la  vita dell'uomo e che avrebbero dovuto essere tenute al riparo dal rischio degrado, pena la crisi della civiltà.
Gehlen anticipa Bauman. L'ex nazista che intuì il trionfo dell'incertezza è pubblicato su La Lettura #230, Il Corriere della Sera del 24 aprile 2016
Rassegna stampa su pressreader.com 

giovedì 24 marzo 2016

a Leggermente si parla di identità

Bauman e Bordoni Stato di crisi

Domenica 20 marzo a Lecco, al Teatro della Società, in occasione della settima edizione del Festival della lettura Leggermente, Zygmunt Bauman e Carlo Bordoni hanno tenuto due conferenze, presentando il volume Stato di crisi (Einaudi 2015).
Il tema del ciclo di incontri promossi da Confcommercio di Lecco è "Identità nel flusso del cambiamento" e in questo contesto si inserisce Stato di crisi, una riflessione sulla società che vive una crisi globale senza vedere nello Stato un alleato che può indicare la via d'uscita. Perché assieme alla società in crisi, anche lo Stato stesso è in crisi e la sua impotenza è tanto evidente da accrescere solo l'insicurezza e la paralisi. Una incapacità di agire che si conferma anche di fronte alle migrazioni, fenomeno dai numeri imponenti, che suscita paura e diffidenza e che non può trovare soluzione in un mondo dove si torna a marcare i confini.

Ascolta l'intervento integrale di Bauman e Bordoni su ConfCommercioLecco 

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domenica 28 febbraio 2016

Consumismo e libertà

La cultura-snack
che piace a tutti


La cultura da “stimolante” a “tranquillante”, come dice Talcott Parsons, è uno strumento che mette in grado il sistema di “recuperare il proprio equilibrio”. Ma nella modernità tutto questo è cambiato.
La cultura snack della società liquida non fa differenze di classe. Non è più quella che serve a distinguere e a mantenere le "distanze" sociali, ma non è più neppure la cultura di massa, generalizzata e falsamente democratica.
Oggi è un prodotto che si consuma in fretta o si getta direttamente, come un avanzo deperibile. Permette una fruizione liberatoria e superficiale.
Liberatoria, perchè ritiene di essersi affrancata dal dominio oppressivo di una cultura omologonte, a rischio di essere trascinati dentro la logica del "pensiero unico" e adeguarsi all'esigenza di approvazione sociale.
Superficiale perchè la parcellizzazione cognitiva e la rapidità con cui la nuova cultura viene espulsa dalle coscienze, assicurata da un continuo processo di revisione e di aggiornamento che impone l'oblio dell'innecessario, rende questa cultura poco influente. Quasi un'epifania effimera di cui restano poche tracce.

La cultura snack che unisce tutti è pubblicato su La Lettura #222, Il Corriere della Sera del 28 febbraio 2016

lunedì 15 febbraio 2016

Eisenstadt: Sulla modernità

Quante modernità?
Tante,
tante, tante...
A volte un testo interessante può passare inosservato. Quello che è accaduto al libro Sulla modernità, edito da Rubbettino nel 2006 a cura di Luciano Pellicani.
Shmuel Eisenstadt, già docente di sociologia all'Università di Gerusalemme, ipotizza lo sviluppo di modelli autonomi di modernità nelle diverse civiltà, dunque modernità multiple. In quest'ottica sono leggibili  i movimenti sociali nel resto del mondo, altrimenti incomprensibili, e crolla invece la visione eurocentrica di un'unica modernità.

Di modernità ce ne sono tante. Qualcuna piuttosto oscurantista è pubblicato su La Lettura #220, Il Corriere della Sera del 14 febbraio 2016

domenica 31 gennaio 2016

Lentezza o velocità?


Bradipotipo: la lentezza che ci fa sentire sicuri
 

L'animale simbolo della lentezza continua ad attrarci, come il bradipo che a Quevedo, in Ecuador è rimasto abbracciato al guardrail, aspettando che qualcuno lo "salvasse" dal traffico e dal rumore impazzito dell'autostrada. Metafora dell'approccio lento a una vita che per gli umani è frenetica, il simpatico animale sorride e ci ricorda che chi è sempre in corsa perde la giusta distanza dalle cose. Difficile però rinunciare alla moderna esigenza di vivere di più, quindi più in fretta, di restare sempre giovani, quindi più veloci, di avere sempre lo slancio in avanti tanto esaltato dai Futuristi. 

Leggi l'articolo Il Bradipotipo pubblicato su Il Corriere della Sera del 31 gennaio 2016

Ascolta l'intervista sul "bradipotipo" a Miracolo italiano, in podcast su Radio Rai2, con Fabio Canino e Laura Piazzi

sabato 9 gennaio 2016

Bauman e Bordoni: Stato di crisi in Spagna e Brasile

Estado de crise
Il 2016 inizia con due traduzioni di Stato di crisi: in Spagna l'editore Paidós di Barcelona pubblica il 12 gennaio Estado de crisis in catalano, mentre in Brasile l'editore Zahar di Rio de Janeiro fa uscire Estado de crise in lingua portoghese.
Dopo l'edizione italiana di Einaudi (Torino), coreana di Donnyok Publishers (Seoul), ceca di Broken Books (Praga), sono ancora in lavorazione quella olandese e turca.



"Nesse livro indispensável, Zygmunt Bauman e Carlo Bordoni se debruçam sobre o atual contexto para debater esta nova crise mundial, fazendo uma análise inédita das questões que a sociedade líquida vem enfrentando. Os pensadores advertem que essa crise não é passageira. Por isso, é necessário que se entendam seus mecanismos a fim de estabelecer novos campos de atuação e luta"




"En el presente libro, el mundialmente célebre sociólogo Zygmunt Bauman y su compañero de viaje, Carlo Bordoni, exploran las dimensiones sociales y políticas de la actual crisis, no sólo económica"

Zahar editore - Estado de crise, Bauman-Bordoni
Paidós editore - Estado de crisis, Bauman-Bordoni 

Z. Bauman su El Pais, "La redes socials son una trampa"