Giovani, adulti e vecchi:
le età confuse del nostro tempo
"Generazioni" è il termine coniato da Auguste Comte, padre fondatore della sociologia, per misurare il ritmo del progresso.
Oggi sono confuse, mescolate. Si sono persi i ruoli e le identità di ogni età, al punto che viviamo in una società dove i bambini si comportano da grandi e gli anziani cercano di non invecchiare.
Oggi ciò
che accomuna gli individui appartenenti alla stessa generazione è
l'opportunità di "accedere ogni volta di nuovo al patrimonio culturale
accumulato", ma anche la "necessità inconsapevole di una nuova
selezione, di una revisione nel campo del presente", al fine di
"dimenticare ciò di cui non abbiamo più bisogno, e desiderare ciò che
non è stato ottenuto" (K. Mannheim).
Difficile riconoscersi nella propria generazione, perché ognuno cresce o cambia secondo propri ritmi individuali che non corrispondono più ai canoni sociali che la modernità aveva previsto per regolare la vita umana.
Leggi l'articolo Non ci sono più le generazioni di una volta su La Lettura #126 del Corriere della Sera, 20 aprile 2014
© Carlo Bordoni
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