
al via l'assedio delle nuove ansie
Se è vero che la paura è il più antico sentimento del mondo,
è altrettanto vero che le paure umane si sono moltiplicate nel tempo. Fobos, il
dio greco figlio di Ares e Afrodite, rappresenta la paura irrazionale e
istintiva, proprio quel tipo di paura che la modernità ha cercato di
controllare con la razionalità. Ma Fobos , incontrollabile e potente, non
accetta di essere stato rimosso dalla coscienza e riaffiora in noi sottoforma
di “fobia”, un tipo di paura mossa da oggetti o situazioni del tutto innocue,
quotidiane, apparentemente inoffensive.
Il volume Il grande libro illustrato delle fobie, di G.
Bavaglioli e Andrea Q, edito da Baldini e Castoldi, propone un elenco di
queste paure, pur rischiando di non comprenderle tutte. Perché le paure sono in
continua evoluzione: quelle postmoderne riguardano la perdita di certezze, la
paura della solitudine, la paura degli altri, del loro giudizio, il timore di
esser “senza campo”, o non essere connessi; metaforicamente il timore di essere
tagliati fuori dalla comunicazione, cioè dal mondo.
Il Natale rischia di accentuare le fobie quotidiane, perché
porta con sé una serie di obblighi sociali: essere felici, stare in famiglia, mostrare
un certo benessere economico, uscire dall’isolamento, almeno per un giorno.Con quale risultato?
Per alcuni una sorta di reazione alla monofobia – la paura di stare soli –, per altri il riacutizzarsi della singenesofobia – la paura dei parenti e la percezione della minaccia sottintesa agli inviti a ritrovarsi tutti assieme –. Insomma, un Natale che rischia di oscillare tra timori opposti, ma pur sempre sotto il segno di Fobos.
Attenti all'atarassofobia. L'assedio delle nuove ansie è pubblicato su La Lettura #317, Il Corriere della Sera, 24 dicembre 2017
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